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Decalogo del buon corista
1)
E’
usanza comune credere che in un coro (o corale) si debba cantare. Ciò è errato
nel modo più assoluto. Ci si trova nella sala prove principalmente per
aggiornarsi sugli avvenimenti mondani. È come essere dal barbiere, soltanto che
si ha a disposizione più gente per chiacchierare. Dopodiché si passa alle
critiche del maestro o direttore (è questa la sua principale funzione): com'è
vestito, se si è fatto la barba, se è spettinato, se ha cambiato l'auto, la
moglie o la fidanzata, quanto prende di rimborso spese e da chi è stato
raccomandato per aver ottenuto quel posto. 2)
Arrivare
puntuali o, peggio ancora, in anticipo, è vivamente sconsigliato: si perde del
tempo inutile, visto che durante i primi dieci (o più) minuti il maestro fa
scaldare la voce con degli stupidi, esercizi. Il buon corista non ne ha
assolutamente bisogno, quindi entra sempre a metà esecuzione di un brano «difficile»
e, salutando vivacemente - meglio se stringendo la mano a tutti -, si mette
vicino a chi gli pare. 3)
Quando
il maestro prova una singola sezione, bisogna evitare il silenzio. In questo
caso sarebbe vivamente consigliato cantare un brano diverso, magari di genere
opposto. Ad esempio, mentre i soprani provano la parte di una cantata di Bach, i
contralti possono intonare “Fin che la barca va”, i tenori “Vola
colomba” ed i bassi “Voglio una vita spericolata”. L'ideale sarebbe che
ognuno cantasse un brano diverso. Questa pratica viene chiamata polifonia. 4)
Un
«perfetto corista» deve fumare almeno un pacchetto di «Esportazione senza
filtro» al giorno. È opportuno, prima delle prove, mangiare un'insalata di
cipolle e fagioli ed intavolare discussioni col maestro. Non lavatevi i denti,
piuttosto usate il filo interdentale durante la prova. È vietato mangiare
caramelle, piuttosto masticate gomme. Prima dei concerti bisogna osservare delle
regole ben precise. Trascorrere una serata in una discoteca potrebbe essere
l'ideale se si osservano alcune piccole precauzioni: musica assordante, bere e
mangiare a dismisura, tornare al mattino. Appare del tutto fuori discussione che
mai come per i concerti valgono le regole del precedente punto 2. 5)
Non
partecipando alle prove genera li si evitano quei tediosi ordini del tipo «vestitevi
in tal modo, ordinate il repertorio, trovatevi alla tal ora nel tal posto...». Il
buon corista arriva al concerto (in ritardo) vestito come più gli aggrada e, se
gli va, con una cartelletta qualunque, magari ornata con vivaci autoadesivi. Al
maestro sarà sufficiente
dire: "Io alle prove generali non c'ero e non lo sapevo!". 6)
Il maestro è sempre convinto di essere superiore a voi. Per questo, il
vero corista deve contestare sempre qualunque cosa dica o faccia il direttore.
Sarebbe opportuno costituire un "gruppo di opposizione" con direttive
per fargli saltare il posto. Ricordate che chiunque può dirigere un coro: basta
comprare uno dei tanti "Manuale del direttore di coro" e, se volete,
leggerlo. Domandate al maestro di prestarvelo. 7)
Una delle migliaia di pecche che ha il maestro è interrompere le
"sempre perfette e superbe" interpretazioni del coro con delle
stupidissime e ridicole frasi del tipo "più forte qui, più piano là,
attenti qui, questo cala, questo no, ecc...". Peggio ancora quando si mette
a parlare di "quando ero a..., quando ero direttore dell'orchestra...,
quando ero membro della società..., ecc.". In questo caso interrompetelo
bruscamente e ditegli: "quando nel coro... non si perdeva, tempo e si
lavorava sodo! Adesso invece si perde un mucchio di tempo! Non se ne può più...
Ah! Che tempi, che tempi...". Oppure: "quando lei (o meglio 'tu') non
c'eri ancora (sottinteso in questo coro) noi siamo stati in televisione! E
abbiamo cantato... Ed hanno fatto anche tutti i complimenti, eccome!". 8)
Si mangia per vivere e si canta per mangiare e bere! Dopo ogni prova il
direttore dovrebbe pagare di tasca propria un lauto rinfresco a tutti i coristi
per farsi perdonare le cappellate (ecco perché alcune corali amano farsi
chiamare "a cappella"), commesse durante le prove e nei concerti. Se
ciò non avviene rinfacciategli che se lui è diventato "Maestro" di
questa eccelsa corale è solo ed esclusivamente merito dei coristi. 9)
Se il maestro si definisce "compositore" non credetegli. Il
vostro direttore di coro non può scrivere pezzi "belli", quindi
esortatelo gentilmente a smettere di scrivere musica. Il sistema migliore è
dirgli; "in tutta la mia vita non ho mai udito un pezzo cosi
schifoso!". Se invece il pezzo è piacevole, cosa impossibile, ditegli che
l'avete già sentito da un'orchestra di liscio, e che era anche più bello! 10)Se
il maestro vi fa cantare in latino, contestatelo! Ricordategli che viviamo in
tempi moderni! Se vi fa cantare in italiano, ditegli che tutti i maggiori
compositori hanno scritto in latino e che un vero coro deve cantare anche in
latino. Se vi propone un pezzo d'opera, solitamente il “Va' pensiero”,
adattato da lui, rispondetegli che non siamo alla Scala. Se lui vi risponderà:
"siamo in un sottoscala...", voi replicate che la colpa è sua, e
proseguite come descritto al punto 7. E, per finire, non dimenticate i
personaggi che orbitano intorno al coro! L'organista:
solitamente ha studiato pianoforte dalle suore e si sente frustrato perché non
ha potuto frequentare il Conservatorio. Quando suona coi piedi, fa meno danni
col piede destro. A volte suona delle note giuste. Il prete: se c'è, è il capo di tutto. Appare all'improvviso dal nulla e, interrompendo le prove, si mette a criticare il programma del Proprio e dell'Ordinario. Tutti gli danno ragione, ma appena sparisce gli si da contro rinfacciandogli di avere un sacco di soldi e di non darne mai al coro. Il
presidente (del coro):'è un grande ruffiano. In pratica, serve solo a non far
litigare il maestro con il prete, il prete con l'organista, l'organista con il
maestro, il maestro col prete, ecc. Se non riesce ad adempiere alla sua
mansione, minaccia le dimissioni e allora tutto ritorna tranquillo. |
Aggiornato il: 02 gennaio 2014 |